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buon proseguimento
emy

sabato 17 luglio 2010

PARTE TERZA- sindrome affettiva stagionale (SAD),

Questa è una delle scoperte più importanti sull'anoressia:

Studio durato 35 anni rivela nuove intuizioni sull'anoressia
"Ricercatori del Regno Unito, Danimarca e Australia hanno pubblicato una serie di sette nuovi articoli nella rivista "European Eating Disorders Review", dopo avere seguito pazienti affetti da anoressia nervosa e da altri disturbi dell'alimentazione.

L'ampia serie di dati disponibili, basata su informazioni raccolte dal professore Arthur Crisp nell'arco di 35 anni presso la Middlesex Hospital Medical School, e successivamente presso la St George's Hospital Medical School, entrambe a Londra, ha fornito una nuova dimensione della variante femminile e di quella maschile, meno comune, della patologia. Il professore Crisp conclude che la sua teoria sull'anoressia, sviluppata negli anni '60, è valida e che la malattia costituisce un "atteggiamento di rifiuto dettato dalla fobia", "una soluzione biologica ad un problema esistenziale".

I risultati rivelano l'esistenza di picchi di anoressia nei bambini nati in marzo/aprile e in ottobre, e un valore minimo in quelli nati in febbraio. Questa situazione era già stata osservata in passato, sebbene non fosse stata ritenuta significativa in termini statistici. È stato comunque rilevato che il comportamento della madre è un fattore importante.

"Data la modesta ripetitività, abbiamo continuato ad esplorare la possibile relazione di ogni picco nelle nascite facendo riferimento a variabili parentali di base che secondo noi erano in grado di spiegare il fenomeno. Dei 16 fattori esaminati, soltanto uno era significativo dal punto di vista statistico, anzi si è dimostrato estremamente significativo, ovvero la presenza di un'ingiustificata preoccupazione da parte della madre per il peso e la forma del proprio corpo e per il mantenimento dello stesso a livelli normali", si legge nella relazione.

La relazione ipotizza che alcune donne possano soffrire di attacchi di anoressia stagionali correlati alla sindrome affettiva stagionale (SAD), che provocano una corrispondente oscillazione della fertilità che, a sua volta, è all'origine dei valori massimi e minimi riscontrati nei dati.
Nell'articolo "Enduring Nature of Anorexia Nervosa" (Carattere resistente dell'anoressia nervosa), il professor Crisp descrive come la malattia persista, nonostante possa essere descritta in tantissimi modi diversi. Nell'articolo "Death, Survival and Recovery in Anorexia Nervosa" (Morte, sopravvivenza e guarigione nell'anoressia nervosa), afferma: "Se l'anoressia non è curata o lo è senza efficacia, la morte precoce, che sopraviene spesso nella terza o quarta decade della vita, comporta un elevato tasso di mortalità, il triplo o quadruplo di quello della popolazione generale di età equivalente. Tali morti precoci sono spesso dovute al suicidio o alle diverse complicanze idiosincratiche della conseguente denutrizione".

Le persone affette da anoressia possono, tuttavia, continuare a condurre una vita normale se curate con successo, anche se i tassi di mortalità per suicidio e denutrizione rimarranno costanti. La patologia sembra proteggere da alcune malattie genetiche, evitando forse l'insorgenza di cause scatenanti che si svilupperebbero nella pubertà. "Citiamo la fibrosi cistica, la cardiomiopatia ipertrofica, la corea di Huntington, la colite ulcerativa. La condizione potrebbe infatti bloccare, modificare o ritardare l'insorgenza di tali sviluppi potenzialmente fatali". La malattia, inoltre, non è incompatibile con una vita lunga, e l'autore ha curato donne di 78 e di 82 anni di età.

L'esordio dell'anoressia è fortemente legato alla pubertà, con uno sviluppo successivo nei maschi e antecedente nelle giovani non bianche. Verosimilmente, le donne erano più propense ad abusare di lassativi e a fare incetta di cibo, mentre gli uomini erano perlopiù vegetariani. Inoltre, era più probabile che gli uomini fossero vegani e abusassero nell'assunzione di alcol.

Nell'ambito della variante maschile della malattia, estremamente rara, in 35 anni sono stati esaminati 72 pazienti, il che ha consentito di ottenere molte nuove informazioni. "Un'eccessiva protezione familiare e la dipendenza affettiva del paziente nell'infanzia sono state considerate le caratteristiche più comuni nei maschi, al pari dell'obesità dei genitori", si legge nell'articolo "Anorexia Nervosa in Males" (Anoressia nervosa nei maschi).

Il professor Crisp ha individuato un modello per l'anoressia. Ha scoperto che, a partire dai 16 anni di età, la maggior parte delle femmine desidera un peso inferiore a quello che ha in realtà e che i due terzi cercheranno di seguire una dieta. Ciò potrebbe portare ad un'assunzione variabile di calorie; un esempio estremo è dato dall'abbuffata e dal vomito nella bulimia nervosa.

Nell'anoressia, comunque, il modello è rappresentato dal mantenimento di un ridotto apporto di calorie. Il professor Crisp ritiene che questa determinazione a rifiutare un'alimentazione normale procuri sollievo contro la fobia.

In difesa della sua idea del rifiuto, dettato dalla fobia, del peso/forma/funzione di un corpo adulto, il professore Crisp dichiara, "Si suppone che l'anoressia nervosa sia radicata in un comportamento di rifiuto di origine biologica, scatenato dalla fobia per il peso di un corpo adulto normale (di solito femminile) [...]. Si era risolta la situazione ricorrendo ad un conseguente atteggiamento di rifiuto, a costo di privazioni psicologiche, sociali e fisiche equivalenti al suicidio parziale. La fobia e la sua intensità possono essere negate, ma saranno palesate se il peso del corpo adulto normale viene pienamente ripristinato, anche se, con l'aiuto psicologico, è possibile ricorrere a strategie più efficaci per affrontarne gli effetti maturazionali. Senza aiuto, il comportamento di rifiuto, con il relativo 'compromesso con il suicidio', può rimanere l'unica alternativa al vero suicidio, almeno in una prima fase".

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