benvenuti a tutti,
questo è un blog ideato per aiutare a capire queste malattie dell'anima onde evitare di giudicare senza conoscere.
Rispettando l'idea di tutti, e in particolar modo usando termini appropriati e richiesti dal senso di civiltà e intelligenza, invito tutti voi a dire la vostra rispettando comunque ogni persona e tutelando anche il rispetto di queste ragazze afflitte da tali malattie dell'anima.
buon proseguimento
emy

mercoledì 13 ottobre 2010

IL 15% DELLE DONNE MUORE ALL'ANNO PER ANORESSIA



Allora, non vi scandalizzate per la durezza di quest'immagine, perchè uno slogan sì sconvolgente e molto giudicabile, ma che racchiude una grande verità:
"QUEST'ANNO IL 15% DELLE DONNE CHE SOFFRONO DI ANORESSIA, MORIRA'!"

E'uno slogan (direi di umnorismo dark) di una campagna israeliana di prevenzione sui disturbi alimentari, per diffondere consapevolezza su questi disturbi alimentari, ad attrarre l'attenzione e la sensazione in modo negativo si critici di tutto il mondo e delle persone in genere di tutto il mondo.
anche se potrebbe offendere qualcuno che soffre di tale disturbo, la realtà è che purtroppo la prima causa di morte tra ragazzi tra i 12 e i 25 anni è proprio l'anoressia. l'anoressia è un passo e una sfida alla morte senza consapevolezza e senza rendersene conto.
purtroppo seppur con un'immagine forte, che d'altronde ha raggiunto il suo obiettivo per la quale è stat scelta di proposito, tale slogan è realmente un modo per dare maggiore più consapevolezza, per aprire un pò gli ochci a coloro che ancora li hanno offuscati.
lo stesso Jordan (psicanalista del passato)diceva:
"La società va compiaciuta, laddove è possibile; se non la si compiace, bisogna sbalordirla; se non la si può nè sbalordire nè compiacere bisogna provocarla e farla inorridire!".
ed'è proprio ciò che hanno fatto gli ideatori di questo slogan forte di impatto morale. A volte per far aprire gli occhi ai più ostinati bisogna anche ricorrere a misure estreme e considerate al limite del morale, quasi toccasse l'immoralità senza alcun ritegno. Solo un impatto forte può diffondere sconcerto e lo sconcerto aprirà le menti e gli occhi delle persone più determinate a non voler accettare prima che si rovini la vita qualcuno.

l'immagine passa però in secondo piano nel momento in cui si dà retta e importanza alla dicitura dello slogan, che racchiude una vera e cruda realtà:
OGNI ANNO IL 15% DI RAGAZZE MUORE A CAUSA DELL'ANORESSIA.

dovremo prevenire questo male e fare più propaganda di prevenzione e insegnare la società a come evitare tale disagio e tale struggente e fatale destino.

DATI STATISTICI E RAPPORTO GENITORI -FIGLI


A proposito del post precedente, i dati dell'ANSA parlano chiaro:
1 su 4 arriva tardi alle Cure, il 5% perde la vita.
Non sono poche le vittime dell'anoressia, considerando la stragrande maggiooranza dei giovani afflitti da queste turbe equivalgono davvero a molte vittime in età ancora prima dei venti anni.
l'articolo inoltre continua e denuncia:

"(ANSA) - MILANO, 1 OTT - Una giovane paziente su quattro con gravi disturbi del comportamento alimentare, come anoressia o bulimia, arriva a cure efficaci in condizione di gravissimo rischio di vita a oltre tre anni dall'inizio della malattia. La denuncia oggi a Milano in occasione delle '20/e Giornate di Nutrizione Clinica 2010' promosse dall'Ospedale milanese di Niguarda. Continua a leggere questa notizia

Maria Gabriella Gentile, direttore del Centro milanese, uno dei piu' importanti d'Italia (con il 20-25% dei casi gravi provenienti da fuori regione) commentando i dati relativi a piu' di 500 pazienti ricoverati, lancia un appello ai medici di base e alle famiglie, affinche' portino maggiore attenzione ai disturbi del comportamento alimentare degli adolescenti.

Anoressia e bulimia, precisa la professoressa, colpiscono oggi il 10% delle adolescenti tra i 12 e i 25 anni. Tra i 15 e i 16 anni e' soprattutto anoressia (se accade prima, verso i 12 anni, ci sono conseguenze anche nella crescita), un po' piu' tardi, verso i 20-22 anni la bulimia. ''Per trattare disturbi dell' alimentazione - afferma - e' necessario utilizzare terapie mediche e psicologiche integrate. E la guarigione e' tanto piu' rapida quanto diagnosi e cure sono precoci. Il problema grosso e' che troppo spesso arrivano da noi quando la malattia e' gia' in atto da tempo, una su quattro dopo oltre 3 anni dall'inizio della malattia. E questo deve cambiare, perche' e' come se uno aspettasse di curare la polmonite quando gia' non respira piu'''.

Il problema e' che ''non c'e' abbastanza consapevolezza della gravita' della malattia, che secondo i dati di letteratura, porta a morte nel 5% dei casi. Le giovani colpite da anoressia o da bulimia, non cercano la cura. Anzi, spesso la negano e la fuggono. Dovrebbero essere i genitori a preoccuparsi dell'anomalo comportamento alimentare delle figlie - conclude Gentile - ma troppo spesso nemmeno i medici di famiglia se ne accorgono''.
(ANSA).



in questi anni così bui e incerti, c'è davvero bisogno di un controllo morale e pratico da parte delle stesse famiglie e non dare nulla per scontato. Dare più controllo non vuol dire soffocare la libertà della propria prole ma avere maggiore attenzione in determinate occasioni e situazioni, seppure da lontano.
il dialogo tra genitori e figli deve e dovrebbe esistere a priori per infondere più fiducia nella ragazza o nel ragazzo e farle/gli sapere che non è solo/a, che ha qualcuno su cui poter contare in ogni momento; dare un punto di riferimento solido e reale alla propria prole, è molto, anzi di primaria importanza.
non si può sempre pensare: "Mio figlio e mia figlia lo sanno a prescindere che di me si possono fidare!" NO! non lo sanno o meglio lo sanno a parole ma hanno bisogno di prove e fatti.
vorrei davvero che prima o poi anche i genitori stessi prima che tale problema della malattia mentale pscogena si formi nella propria figlia si informino meglio su come poter prevenire tali stati d'animo nei propri figli.
la prevenzione anche in questo caso è molto importante.

UN'ALTRA VITTIMA


16ENNE MUORE DI ANORESSIA
DOPO 1 ANNO DI 'DIETA' -FOTO

La pagina del Daily Mail
di Domenico Zurlo



Aveva scelto di mettersi a dieta, insieme a sua madre, per perdere quei chili di tropo dovuti a pranzi e cene natalizi. Ma nel giro di meno di un anno, Anna Wood è diventata anoressica, ed è morta a soli 16 anni. E' accaduto a Wimbledon, in Inghilterra, e la storia di Anna è stata raccontata dal Daily Mail. "Non è mai stata grassa, aveva solo un po' di pancetta, ma era normale alla sua età - racconta la madre, Christine Gibson, 52 anni - dopo cinque o sei settimane io ho interrotto la dieta, ma lei ha continuato a mangiare pochissimo, meno di quanto pensassimo. A volte nascondeva il cibo per poi buttarlo via, lontana dai miei occhi. Nel giro di un paio di mesi è diventata magrissima". Ad agosto dello scorso anno il ricovero in ospedale, diventato inevitabile per le sue gravi condizioni di anoressia.: alta 1 metro e 70, Anna era arrivata a pesare meno di 40 chili. Dopo due mesi in ospedale, e qualche chilo guadagnato, la ragazza è tornata a casa, ma solo per riprendere i vecchi ritmi: fino allo scorso febbraio, quando è svenuta in mezzo alla strada ed è tornata in ospedale, dove i medici le hanno diagnosticato un'ulcera perforata che le è stata fatale. Lo scorso 26 marzo, Anna è morta per insufficienza cardiaca dopo l'operazione chirurgica, alla quale i medici avevano previsto che non sarebbe sopravvissuta.


questo è un articolo pubblicato su www.leggo.it.
E' sconcertante che ancora nel 2010 ci siano vittime di tale mostro e sempre più vi è la complicità di almeno uno dei due genitori o un silenzio forzato e indifferente della famiglia.
si deve capire che tale malessere è un sintomo cancerogeno di un rapporto intrafamiliare che non va bene e che va smussato se non cambiato totalmente per il bene di tutti i membri perchè è un problema che si manifesta in una/o ragazza/o ma che appartiene a tutti i membri familiari e che a differenza degli altri membri la ragazza se lo fa proprio per rifiutarsi ancora di tacere e far finta dinulla come preferiscono fare gli altri e che invece preferisce manifestare il disagio nella sua completezza. Ecco perchè ci vuole anche il coinvolgimento della famiglia e la partecipazione attiva dei genitori nella terapia, altrimenti la ragazza o il ragazzo difficilmente potrà guarire totalmente.